martedì 9 febbraio 2016

Stazione di Bologna, ore 2.30

C'è poca gente ed è pure meglio. Quelli che ci sono dormono, qualcuno però è sveglio e si rannicchia in cappotti e giubbotti e impermeabili e qualsiasi cosa. Perchè fa un maledetto freddo e fuori da questa stazione non si può stare.
Devo tornare a Milano, e il primo treno è un accellerato che ci impega 4 ore.
Lo prendo, non lo prendo.
Non lo so.
Aspetto le cinque e poi parto con un comodo espresso modello carro bestiame annata 1980 o salgo su sto' ferro che ferma in tutte le stazioni. Se rimango magari mi piazzo davanti al termosifone della sala d'aspetto, se salgo sul treno potrei anche rischiare che non funzioni il riscaldamento.
Però mi secca parecchio fermarmi in ogni stazione del viaggio, ma mi secca ancor di più stare qui ad aspettare al freddo.
Non so che fare.
"Hey tu scusa, hai una sigaretta?
"Non fumo"
"Hai dell'erba?"
"Amico, non fumo.."
"Allora andiamo al bar e mi offri qualcosa bere, va bene?"
"No, non ho soldi e poi il bar è chiuso a quest'ora"
"Dai amico, fa molto freddo e io non mangio da ieri e qui non c'è nessun...."
"Senti bello, queste sono 500 lire, ora pero' fammi salire su questo treno altrimenti lo perdo."
Ho deciso, prendo l'accellerato delle 2.40, ferma in tutte le stazioni del percorso.
Ci vuol poco a decidere eh!
Salgo.
Ancora le carrozze coi sedili di finta similpelle. Puzzano. Un inconfondibile tanfo che sa di lungo viaggio, di emigrazione, di sudore e di vino. Solo le Ferrovie dello Stato sanno trasmetterti certe emozioni.
Mi gira la testa mentre il treno parte, guardo il sedile vuoto di fronte a me e di colpo vedo delle figure, dei corpi, delle persone, gente che viaggia, gente pensierosa, gente allegra. Gente che dorme. 
Questo treno ha un anima, il sedile di fronte a me ha un anima, ha assordito i pensieri, i volti, le parole e le vite di tutto coloro che ci si sono seduti sopra ed ora me li ripropone come un vecchio film in bianco e nero.
La trama è confusa, io sono confuso, le immagini sono sbiadite e penso tutti coloro che li si sono seduti. Persone con una storia, con dei desideri, emozioni e paure. Finiti chissà dove nell'indifferenza generale.
Ho sonno, ed anche fame.
Qui non c'è nessuno, quasi quasi mi addormento.