martedì 9 novembre 2010

Tempo e Pensiero

Ieri sera stavo rovistando tra le vecchie cose, e mi sono sorpreso a ripensare ai miei pensieri di allora, alle mie abitudini, ai miei gusti. Non sono molto diversi, ma sicuramente un po’ cambiati.
Ho scoperto che le cose che scrivevo avevano un diverso taglio, più filosofico, più allegro. Oggi mi riscopro a pensare le stesse cose in una veste più pratica, non le avrei mai scritte come allora. Mi sono fatto l’idea che il tempo, gli impegni e la vita stressante che conduco adesso mi lascia poco tempo al pensiero, alla osservazione del mondo e per forza di cose quando scrivo, il taglio delle mie idee subisce una influenza pratica. Sempre che mi venga in mente qualche pensiero, oramai.
Da qui la constatazione che più passa il tempo, più il nostro io cambia. Non possiamo dire di conoscere bene noi stessi perché nel momento in cui crediamo che sia così, stiamo cambiando e diveniamo persone diverse. Insomma, riusciamo a conoscere noi stessi solo per come eravamo al passato, anche se parliamo del passato più prossimo.
Di sicuro ognuno di noi rende più o meno a seconda delle persone che frequenta. Infatti alcuni hanno su di me un effetto stimolante, mi fanno sembrare più intelligente, più brillante. Con altri invece mi appanno. Sono sicuramente una persona che ha bisogno di persone con cui verificare colpi di genio o idee catastrofiche.
Avevo un amico con cui confrontarmi, quando mi veniva in mente qualche pazzia gli telefonavo, di solito intorno alle 8 del mattino. Sapevo che dormiva, ma apprezzavo la sua capacità di passare dal sonno alla lucidità in pochi secondi. Allora iniziavo a parlare, ad esporre le cazzate che avevo in mente e lui mi diceva ah bene è una meravigliosa idea, no, questa è una cazzata mostruosa, io non la farei. Ecco, l’interlocutore ideale è un amico paziente, pratico, colto ed al limite più intelligente dell’amico che telefona. Però anche più pigro e dispersivo, sennò le idee geniali se le sfrutta lui!
Il fattore tempo incide drammaticamente nel carattere di una persona. Tanto meno tempo si ha a disposizione, tanto più il pensiero volge alla praticità, all’essenziale. E poi il tempo, che secondo i fisici è una costante, si rivela essere in realtà uno stato d’animo. Per esempio, da piccoli scorre più lentamente. Nessuno di noi ha pensato all’interminabile anno scolastico, a quanto remoto fosse l’arrivo di un compleanno, del natale o soltanto della domenica? Poi diventando adulti, il tempo cambia velocità. Ecco arrivare il week end che in un batter d’occhio iniziano le ferie e non si fa in tempo a godersi quelle appena passate che è già natale. E questa velocità non aiuta il pensiero, che a sua volta ha bisogno di molto tempo per svilupparsi ed affinarsi. E il nostro frenetico e dispersivo mondo non ce lo permette.
Come conciliare il pensiero col mondo che ci circonda?
Bella domanda, vero?

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